lunedì 21 aprile 2008

Ehi, ci siamo ancora!


...d'accordo, i politici e i giornalisti fanno bene ad interrogarsi sulla vittoria e sulla sconfitta alle ultime elezioni: si chiama analisi del voto. Ma a me come a tante altre persone che cosa importa di questa analisi. Non sapevamo già da prima delle elezioni in quale paese stessimo vivendo?
Questa per me è stata semplicemente una conferma anche se non mi aspettavo un centro destra così forte.
Questa mattina ascoltavo una trasmissione radiofonica dove si discuteva per l'appunto della nuova(?) situazione italiana.Una cosa mi ha veramente stupito e infastidito: so benissimo che in democrazia vince la maggioranza ma perché trascurare così tanto il numero di chi è uscito sconfitto in questa tornata elettorale come se la quasi metà degli italiani non esistesse oppure rappresentasse un Italia oramai in via di estinzione. Certo le politiche di centrosinistra hanno miseramente fallito e forse le ideologie sono definitamente scomparse ma trovo ingiusto e assurdo considerare scomparse anche milioni di persone che continuano ad avere un'idea di società differente.
Stefano

mercoledì 16 aprile 2008

Oggi mi sento così, ma passerà!





Oggi mi sento vuoto. Un sacco vuoto. Mi sono state raschiate via, con un cucchiaio, tutte ( molte) le speranze, le illusioni - che già erano ridotte al lumicino - di poter finalmente vivere in un paese "normalmente" civile, tollerante,rispettoso delle regole e proiettato verso una crescita culturale generalizzata. No, non mi sento migliore di chi non la pensa come me, mi sento - e questo me lo concederete - diverso!
Io non ho mai votato facendo una scelta egoistica, per qualche convenienza e potrei benissimo reagire a questa ennesima sconfitta dicendo "e chissenefrega, tanto a me, in fondo cosa mi cambia!?"..."Ho sempre la mia splendida famiglia, le chiacchierate con gli amici ( insostituibili ), la musica, i libri, la pittura e i miei film, le passeggiate al mare...Queste mie ricchezze, nessuno potrà mai levarmele!
Ma so anche che per il rispetto che ho di me e dei miei figli non lo farò mai perché...perché sono un inguaribile sognatore.

P.S. leggete, se ne avete voglia, questo scritto di Ettore Masina


"Temo fortemente che con il suo nuovo governo, l’onda (o dovrei dire: l’orda?) montante della malacultura diventerà regime; e a un regime non si può rispondere se non con un vasto e profondo impegno culturale e morale.
Forte sarà la tentazione di rinchiuderci in noi stessi, mandando al diavolo la politica, anche quella dei partiti in cui abbiamo creduto. B. & Co. faranno di tutto per convincerci che questa sarà saggezza. Forte sarà la tentazione di serrarci in casa, di evitare problemi che sembrano non toccarci personalmente, di cercare di difendere il futuro dei nostri figli e nipoti, pagando, se necessario, qualche prezzo. Faranno di tutto per convincerci che questa sarà realismo. Forte sarà la tentazione di rispondere a chi venisse a sollecitarci per qualche militanza politica. “Grazie, ho già dato”.
Forse tocca proprio ai vecchi come me, che hanno qualche cicatrice da obiezione di coscienza, dire: “Badate, la vita è bella soltanto quando è piena, cioè amorosa e coraggiosa. Non si tratta di impugnare una clava e presidiare l’imboccatura della grotta di famiglia, ma di vivere in modo che la sera, ponendo la testa sul cuscino, si possa dire a noi stessi: “Beh, povero cane, anche quest’oggi non hai perso la tua dignità né minacciato quella degli altri”. Si tratta - e questo è il dono più bello che posiamo fare ai nostri figli e nipoti- di creare reti di consentaneità, di solidarietà, di amicizia militante, non soltanto proclamata. Di ricordare gli antichi maestri. Di ricordare le antiche resistenze. Di non cedere le speranze più care".

giovedì 10 aprile 2008

"OLTRE"


Si è appena conclusa la rassegna di Arte contemporanea "selvatico 6". Ho partecipato alla mostra con un'installazione dal titolo "oltre" di 590x90cm composta da 7 tavole acriliche. Ho già inserito i singoli lavori nel mio sito alla pagina:
http://stefanomina.we.bs/gallery%201.html
stefano

mercoledì 2 aprile 2008

la letteratura e il cinema

Io cerco di non fare mai paragoni fra un libro è la sua trasposizione cinematografica, perché trovo che sia giusto che un regista, uno sceneggiatore siano liberi, visto che usano un linguaggio comunicativo differente, di esprimere la loro visione del testo che potrebbe non corrispondere con quella del lettore, ma, spesso - siamo sinceri - l'opera visiva aggiunge poco o niente all'opera letteraria, salvo rare eccezioni come il recente "Non è un paese per vecchi" di McCarthy/Coen o "Fahrenheit 451" di
Bradbury/Truffaut, "Iduellanti" di Conrad/Ridley Scott, "Barry Lindon" di Thackeray/Kubrick ecc. ecc. ma qui abbiamo a che fare con grandi registi che raramente deludono...


Io personalmente amo tantissimo sia la letteratura che il cinema e non mi piace perciò metterli in competizione, le emozioni che provo e cerco nella lettura sono diverse, non più intense o maggiori, rispetto a quelle che provo e cerco durante la visione di un film, sono solamente differenti...Quello che invece mi incuriosisce è lo scambio, l'interazione che può avvenire tra le due forme espressive, chi spinge maggiormente l'una ad interessarsi dell'altra: è più facile che un lettore vada a vedere un film tratto dal romanzo che lo ha emozionato o che uno spettatore incuriosito vada ad acquistare il libro da cui il film è tratto?
La mia opinione, visto che nel nostro paese si legge pochissimo, è che sia molto più facile trovare un lettore seduto in poltrona al cinema che uno spettatore in libreria.
Ma, e ora arrivo al dunque, se è vero che il cinema non aiuta a vendere i libri da cui i film sono tratti, può spingere molti lettori/cinefili ad acquistare testi che vengono citati durante la rappresentazione cinematografica.
Ho fatto questa riflessione grazie a mio figlio Luca che ultimamente ha comperato diversi libri che gli sono stati "suggeriti" - non so quanto consapevolmente - durante la visione di alcuni film che lo avevano particolarmente colpito...non trasposizioni cinematografiche, ripeto ma che all'interno citavano, che ne so, una poesia, un passo tratto da un racconto....
Ed è così che a far parte della nostra libreria sono entrati Walt Whitman " Foglie d'erba" grazie a Peter Weir con il suo "Attimo Fuggente" William Blake, "Visioni" per merito di Jim Jarmusch con " Dead Man", Henry David Thoreau, "Walden, ovvero La vita nei boschi" suggerito da Sean Penn per bocca del protagonista di "Into the wild" ma anche dallo stupendo professore interpretato da Robin Williams sempre nell'"attimo fuggente...
Non trovate che questa sia una cosa stupenda?! Se i messaggi "subliminali" inseriti nei sono di questo genere, ben vengano,non siete d'accordo?
Ora proverò anch'io a condizionarvi inserendo alcune poesie dai testi che ho citato!
Ciao a tutti e buona lettura!

Ahimè! Ah vita!

Ahimè! Ah vita! di queste domande che ricorrono,
degli infiniti cortei di senza fede, di città piene di
sciocchi,
di me stesso che sempre mi rimprovero, (perché chi più
sciocco di me, e chi più senza fede?)
di occhi che invano bramano la luce, di meschini scopi,
della battaglia sempre rinnovata,
dei poveri risultati di tutto, della folla che vedo sordida
camminare a fatica attorno a me,
dei vuoti ed inutili anni degli altri, io con gli altri legato
in tanti nodi,
la domanda, ahimè, la domanda così triste ricorre -
Che cosa c'è di buono in tutto questo, ahimè, ah vita?

Risposta
Che tu sei qui - che esiste la vita e l'individuo,
che il potente spettacolo continua,e tu puoi contribuirvi
con un tuo verso.
Walt Witman "foglie d'erba"


brano tratto da "Walden ovvero vita nei boschi"

"Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza,
per affrontare solo i fatti essenziali della vita,
e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa
aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte,
che non ero vissuto. Non volevo vivere quella che non era
una vita, a meno che non fosse assolutamente necessario.
Volevo vivere profondamente, e succhiare tutto il midollo
di essa, vivere da gagliardo, spartano, tanto da distruggere
tutto ciò che non fosse vita ".



Incipit di "camminare"

Vorrei spendere una parola in favore della
Natura, dell'assoluta libertà e dello stato
selvaggio, contrapposti a una libertà e una
cultura puramente civili; vorrei considerare
l'uomo come abitatore della Natura, come sua
parte integrante, e non come membro della
società. Desidero fare un'affermazione estrema,
e per questo sarò enfatico: la civiltà ha già
fin troppi paladini; il pastore, il comitato
scolastico e ciascuno di voi potrà assumersi
questo compito.

Nel corso della mia vita ho incontrato non più
di una o due persone che comprendessero l'arte
del Camminare, ossia di fare passeggiate, che
avessero il genio, per così dire, del
vagabondare....

Henry David Thoreau






Per selvagge valli andavo
gaio il piffero suonando,
su una nube vidi un bimbo
che rideva e che mi disse:

"Suona un'aria su un Agnello!".
La suonai con lieta lena.
"Ora suonala di nuovo!".
La suonai: a udirla pianse.

"Lascia il piffero tuo arguto,
canta i canti tuoi giocondi".
Io cantai quell'aria ancora
e di gioia lui piangeva.

"Pifferaio, siedi e scrivi
in un libro a tutti aperto".
Poi svanì dalla mia vista.
Vuota canna allora presi,

ne foggiai rustica penna,
feci inchiostro d'acqua chiara
e i miei lieti canti scrissi
per la gioia d'ogni bimbo.

dai "Canti dell'innocenza" di William Blake